Cucinare è passione.
Cucinare è la mia personalissima passione. Nata per caso. Dopo un lungo inverno, grigio, umido e piovoso. Inverno durante il quale il cibo non aveva importanza per me. Era solo un contorno alla mia vita, quasi un ingrediente antipatico e noioso, invece di esserne il piatto principale.
Improvvisamente poi è sbocciata la primavera, con i suoi colori ed i suoi profumi, e io son passata da semplice spettatrice del cibo ad attrice protagonista, protagonista finalmente della stanza più bella di tutta la casa: la cucina. Improvvisamente ho capito che potevo esprimere la mia creatività cucinando. E la mia vita ha davvero cambiato rotta in quel momento.
Improvvisamente tutto si è sistemato, tutto si è ripreso, tutto si aggiustato. Improvvisamente tutto quello che sembrava difficile, laborioso e insuperabile si è disteso. Attraverso la cucina ho iniziato veramente ad amare. Gli altri ma soprattutto me stessa. Il piacere più grande è poter cucinare per le persone che amo. E la più grande felicità è vederli assaggiare il mio piatto, chiudere gli occhi e sentirne la magia.
E attraverso la cucina finalmente per la prima volta potevo uscire davvero fuori e presentarmi al mondo. Perché chi non ama la cucina non può apprezzare la vita fino in fondo. Virginia Wolf sosteneva infatti che "Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene". E aveva ragione.
Ed ecco perché dico che la mia vita potrebbe essere un menù. Ma non un menù a prezzo fisso, o con portate sempre uguali. Un menù a la carte, cucinato dallo chef più fantasioso del mondo, ogni giorno diverso, sfizioso e gustoso.
E se la vita è un menu allora per me è un insieme di primo, secondo, contorno e dolce, il tutto assemblato da un buon vino e concluso con un caffè.
Il cibo è anche compagnia e convivialità. Una tavola piena di amici, condita con un olio extravergine di risate, mantecata con una manciata di allegria, accompagnata da un buon sorso di gioia.
E l’antipasto sarebbe così, condito dalle risate, con olive e mozzarelle, con tortini e soufflé, gamberi rossi e maionese. E il primo piatto sarebbero dei bei paccheri tirati su molto al dente, con un sugo caldo, piccante e avvolgente, con pannocchie e calamaretti, pomodori pachino e prezzemolo e con amici che ti amano.
Il secondo sarebbe l’emozione della condivisione, con un pesce al forno, circondato da verdure colorate al vapore e da tanti piccoli pomodori rossi tagliati a metà.
Il contorno sarebbero delle patate, tagliate a mezza luna, delle belle patate, croccanti fuori ma dentro morbidissime, che portano sempre ilarità e scaldano l'animo.
E il dolce. Il dolce sarebbe morbido, burroso e con un ripieno al cioccolato fondente, accompagnato qua e là da ciuffi di panna montata, e farebbe rima prima con l’amore, e poi con il cuore.
Il vino sarebbe morbido, sensuale, e armonico, con profumi di frutta e spezie pepate, magari un bel Cabernet Franc, con il suo colore rosso rubino e a 18 gradi di temperatura.
Davanti al camino che scoppietta e riscalda si mangerebbero anche le castagne, come potrebbero mancare in una tavola così conviviale? Cotte semplicemente con il calore della cenere. E il tutto non finirebbe che con il caffè, un caffè amaro, nero e bollente, con il suo profumo intenso e il suo aroma.
La mia vita è un menu.